Capire come aprire una partita IVA è il primo passo da fare non appena prendi la decisione di lanciare il tuo ecommerce. Purtroppo, le informazioni che si trovano online a riguardo sono spesso fuorvianti e contrastanti.
In questo articolo cercheremo di dare una risposta definitiva a tutti i tuoi dubbi; scoprirai cos’è di preciso una partita IVA, in quali casi è necessaria e tutte le informazioni relative alla sua apertura.
Cos’è una partita IVA?
La partita IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) è stata introdotta in Italia con il DPR 633 del 26/10/72, più volte integrato e modificato.
Si tratta di un tributo che il cittadino versa allo Stato e che viene calcolato sul valore aggiunto che un prodotto acquisisce in ogni fase della sua produzione.
La partita IVA è formata da 11 cifre: le prime 7 indicano il lavoratore autonomo, l’azienda o il libero professionista che opera in un mercato, le 3 cifre seguenti corrispondono a un codice identificativo dell’Ufficio dell’Entrate, mentre l’ultima è un codice di controllo che verifica la correttezza delle prime 10 cifre.
La partita IVA identifica il singolo contribuente e permette di lavorare in autonomia e nel rispetto della legislazione italiana per l’emissione di fatture e il versamento dei contributi ai fini previdenziali.
Tipologie di partita IVA
Esistono tre tipologie di partita IVA, o meglio tre regimi fiscali:
- regime ordinario;
- regime semplificato;
- regime forfettario.
Vediamo brevemente le caratteristiche di ciascuna tipologia.
Regime ordinario
È il regime riservato principalmente alle società per azioni (S.p.A.) o a quelle a responsabilità limitata (S.r.l.) e, più in generale, a tutte le imprese o professionisti che superano i seguenti limiti di fatturato:
- 500.000 € per le prestazioni di servizi;
- 800.000 € per le altre attività.
Regime semplificato
Nel regime semplificato rientrano tutte quelle attività che si tengono al di sotto dei limiti di fatturato di 500.000 e 800.000 € sopra indicati.
Regime forfettario
Per i liberi professionisti o le piccole imprese esiste il regime forfettario. Questa tipologia di partita IVA è adatta a chi intraprende un’attività per la prima volta e non intende correre troppi rischi. Il limite massimo di fatturato annuo per poter aderire a questo regime nel 2024 è pari a 85.000 €.
Quindi, se ti stai chiedendo quale regime fiscale adottare, la risposta è che dipende dall’attività che desideri avviare.
Per un negozio online con partita IVA, probabilmente il regime forfettario è quello più vantaggioso, perché è più economico e semplice da gestire ed è indicato per le attività che non hanno grossi volumi d’affari.
Partita IVA per ecommerce: quando è necessaria?
Il commercio elettronico è stato regolamentato con il decreto Bersani (D.Lgs. 114/98). In questa sede viene stabilito che il commercio online è assimilabile al commercio in generale e che entrambi sono regolamentati dalle stesse normative.
In merito ai criteri per l’apertura della partita IVA regna però un po’ di confusione. Negli ultimi anni si è anche diffusa l’idea (errata) del criterio dei 5.000 € di fatturato, cifra sotto la quale non sarebbe necessaria.
In realtà i criteri che governano l’apertura della partita IVA sono altri, ovvero l’abitualità e la continuità.
💡 Per approfondire: Commercio elettronico: adempimenti ed obblighi fiscali per vendere online con un sito ecommerce.
Se eserciti un'attività economica con carattere abituale e di continuità commerciale, è automaticamente obbligatorio aprire una partita IVA.
Per carattere abituale e di continuità si intendono tutte quelle attività che hanno una durata complessiva superiore ai 30 giorni.
Ad esempio, se in un anno svolgi un lavoro che ha una durata inferiore ai 30 giorni (facciamo 25), ma che ti frutta 6.000 €, non c’è l’obbligo di aprire la partita IVA perché si tratta di una prestazione occasionale. In questo caso potresti versare una ritenuta d’acconto e i contributi sulla parte eccedente i 5.000 €.
Insomma, secondo la legge italiana l’apertura della partita IVA è soggetta alla frequenza con cui viene svolta un’attività e non al guadagno che questa può portare.
È però vero che se il compenso lordo è superiore a 5.000 €, pur non vigendo l’obbligo di apertura di partita IVA, sarà comunque necessario iscriversi alla Gestione separata dell'INPS e versare i contributi previdenziali.
Se stai aprendo un ecommerce in dropshipping, ti consigliamo di consultare questa guida pratica per tutti gli aspetti fiscali e questo articolo per scoprire tutto quello che c’è da sapere sulla partita IVA per dropshipping in Italia.
Per riassumere, la normativa non fa differenza tra vendita tradizionale e online, quindi chi apre un negozio online viene considerato a tutti gli effetti come un commerciante e, di conseguenza, è soggetto all'apertura della partita IVA e ad adempimenti ed obblighi fiscali per vendere online.
Inoltre, se la tua intenzione è quella di vendere anche all’estero, ricorda di dare un’occhiata anche alle normative Europee al riguardo.
💡 Per approfondire: Tipi di società: quale aprire in Italia? Guida alla scelta tra i vari tipi di società
Come aprire una partita IVA per ecommerce
- Individua il tuo codice ATECO
- Rispetta i requisiti per vendere online
- Scegli il regime fiscale al quale aderire
- Iscriviti alla Camera di Commercio
- Effettua la dichiarazione SCIA
- Iscriviti alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS
Di seguito ti illustriamo quali sono i passaggi chiave per aprire una partita IVA per ecommerce.
1. Individua il tuo codice ATECO
Il codice ATECO è un numero composto da sei cifre che identifica le diverse attività economiche a livello statistico.
Per individuare quello corretto per la tua attività ti basta andare sul portale ATECO di Infocamere.
Potrai trovare il codice attraverso una semplice ricerca testuale (ad esempio, cercando “Ecommerce” troverai 47.91.1, identificabile come “Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet”).
2. Rispetta i requisiti per vendere online
Nel portale ATECO di Infocamere potrai anche visualizzare (se presenti) le autorizzazioni e gli adempimenti per portare a termine l’attività relativa al singolo codice ATECO.
Questi adempimenti sono differenziati tra quelli che fanno riferimento alla normativa locale (relativi quindi all’attività portata a termine nel Comune di riferimento) e quelli che fanno riferimento alla normativa nazionale (comune a tutte le attività del territorio italiano facenti capo allo stesso codice ATECO).
3. Scegli il regime fiscale al quale aderire
Una volta individuato il proprio codice ATECO, è necessario scegliere il regime fiscale e il profilo contributivo.
Come abbiamo già visto, esistono differenti regimi fiscali in Italia per le attività che richiedono partita IVA: ordinario, semplificato e forfettario.
L’adesione a un regime piuttosto che a un altro dipende da valutazioni e requisiti legati al giro d’affari che andrai a creare e alla tua posizione fiscale e contributiva corrente.
Il regime forfettario offre semplificazioni consistenti, ma non permette la deduzione dei costi (il reddito imponibile viene calcolato in modo forfettario in base al coefficiente di redditività). Devi inoltre considerare che non ti è permesso aderire a questo regime se sei già dipendente di una società a tempo pieno con reddito da lavoratore dipendente superiore a 30.000 euro o se il fatturato annuo della tua attività commerciale è superiore a 85.000 euro.
4. Iscriviti alla Camera di Commercio
La Camera di Commercio è un ente autonomo che detiene il Registro delle Imprese, un elenco al quale tutte le imprese sono obbligate a iscriversi.
Per l’iscrizione è previsto un costo di 130-150 € tra bolli e istruttoria, mentre il pagamento annuale è di 50€.
5. Effettua la dichiarazione SCIA
La SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività) è una dichiarazione di inizio attività da parte degli imprenditori agli organi competenti, in questo caso il SUAP, ovvero lo Sportello Unico delle Attività Produttive del Comune di competenza.
Si tratta di una dichiarazione con la quale si comunica al proprio Comune l’inizio dell’attività economica, senza dover attendere autorizzazioni.
6. Iscriviti alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS
L’iscrizione alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS è necessaria per i titolari di imprese che operano nel settore del commercio, del terziario e del turismo per il versamento dei contributi.
Come per qualunque tipo di attività, una volta che avrai seguito questi passaggi e soddisfatto tutti i requisiti legali ti consigliamo di partire da un business plan che tenga conto di eventuali entrate, imposte da pagare e contributi da versare.
Essere a conoscenza di tutte le spese che dovrai sostenere per la tua attività è fondamentale per evitare sorprese dell’ultimo minuto.
Si può aprire una partita IVA online?
La burocrazia è uno degli aspetti principali di qualunque attività e non ci sorprenderebbe se preferissi evitare di fare file inutili all’Agenzia delle Entrate. Fortunatamente, è possibile aprire la tua partita IVA anche online.
Ti basterà fare richiesta tramite i servizi online istituzionali inviando il modulo in via telematica attraverso il servizio dell’Agenzia delle Entrate, Fisconline. Questo servizio permette di inviare le proprie dichiarazioni, effettuare pagamenti con F24, compilare le fatture elettroniche e così via.
Se dovessi preferire un approccio più analogico, puoi compilare il modulo AA7/10 o AA9/12 e consegnarlo fisicamente alla Agenzia delle Entrate locale entro 30 giorni dall’inizio dell’attività.
Quanto costa aprire una partita IVA?
Il costo di apertura di una partita IVA è pari a zero e la procedura può essere effettuata online o in una sede dell’Agenzia delle Entrate. Ci sono però alcune tipologie di costi da prendere in considerazione.
Se decidiamo di applicare, come avviene solitamente, il regime forfettario, una volta calcolato il reddito imponibile (il 40% dei ricavi) i costi principali saranno:
- L’imposta sostitutiva del 15% o del 5% da applicare al reddito imponibile
- I contributi fissi alla Gestione Artigiani e Commercianti
Il profilo contributivo è collegato al codice ATECO. Per le attività artigianali e di commercio è necessaria l’iscrizione all’INPS Artigiani e Commercianti a cui versare i contributi.
Sono previsti due tipi di contributi fissi:
- per un reddito che va da 0 a 15.953 €, i contributi ammontano a 3.850 € annui (da pagare in 4 rate);
- per un reddito superiore a 15.953 €, ai contributi fissi va aggiunto il 24% del reddito eccedente. Questo significa che, per un reddito di 17.000 €, il contributo fisso viene maggiorato del 24% del reddito che eccede, ovvero di 1.047 € (17.000-15.953).
Per il regime forfettario, è possibile richiedere una riduzione del 35% sui contributi previdenziali (che in questo caso saranno l'unica voce deducibile).
Partita IVA per vendere online: emissione delle fatture
Come comportarsi riguardo all’emissione delle fatture?
Per la vendita online, la normativa esonera l’imprenditore dall’emissione del documento commerciale (il vecchio scontrino fiscale) che trasmette telematicamente gli incassi al cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate.
Restano quindi solo due casi:
- Clienti privati: la fattura non va emessa a meno che non sia il cliente stesso a richiederla.
- Clienti aziendali: la fattura va sempre emessa.
Dall’entrata in vigore della fatturazione elettronica, a gennaio 2019, anche gli ecommerce sono tenuti a compilare la versione digitale delle vecchie fatture. Qui puoi trovare un elenco di app gratuite e a pagamento per la compilazione.
Si tratta di fatture digitali che hanno lo scopo di ridurre i consumi e i costi di stampa e contrastare l’evasione fiscale.
La nuova normativa lascia invariato l’obbligo di utilizzo del registro dei corrispettivi.
NOTA: Questo articolo può contenere delle semplificazioni e non è in alcun modo da intendersi come una consulenza legale, né instaura alcun tipo di relazione avvocato-cliente. Rivolgiti a un professionista per informazioni specifiche relative alla tua situazione.
Articolo realizzato in collaborazione con Raffaele Negro di iubenda, un’azienda che offre a più di 70.000 clienti in tutto il mondo soluzioni software e assistenza per il rispetto degli obblighi di legge online.
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Partita IVA per vendere online: domande frequenti
Quando è necessario aprire la partita IVA?
È obbligatorio aprire la partita IVA quando si esercita un’attività commerciale in modo abituale e continuativo. Si parla di abitualità e continuità quando la durata complessiva dell’attività commerciale è superiore ai 30 giorni.
Come posso aprire la partita IVA?
Ecco i 6 passaggi principali da seguire per aprire una partita IVA per ecommerce:
È possibile aprire la partita IVA online?
Sì, puoi aprire la partita IVA direttamente online inviando il modulo tramite il servizio Fisconline dell’Agenzia delle Entrate.
Quanti tipi di partita IVA esistono?
Esistono tre tipologie di partita IVA, a seconda del regime fiscale a cui decidi di aderire: regime ordinario, regime semplificato e regime forfettario.