Portafoglio Frontier

Oceani

Ottimizzazione del più grande serbatoio di carbonio al mondo e riduzione dell'acidificazione degli oceani

Una barca a vela che naviga nell'oceano vicino a un iceberg.

Rimozione permanente del carbonio

3% della spesa del fondo

Il mare è il maggiore serbatoio di carbonio al mondo. Assorbe il 25% delle emissioni di CO₂ prodotte dall'uomo e oltre il 90% del calore generato dal cambiamento climatico.Nota a piè di pagina 1

Il problema è che una quantità eccessiva di questo carbonio si accumula vicino alla superficie del mare. Ciò fa aumentare la temperatura dell'acqua, ne altera il pH e contribuisce a incrementare l'acidità del mare.

L'acidificazione degli oceani porta contraccolpi di ogni genere. Rallenta le correnti che portano in superficie l'acqua fredda e profonda; indebolisce i gusci dei crostacei; e uccide molte specie vegetali e animali. Le immagini satellitari dell'Atlantico mostrano un declino dell'attività biologica del 4–8% ogni anno.Nota a piè di pagina 2

Per combattere questo fenomeno, dobbiamo massimizzare il “carbonio blu” — tutto il carbonio catturato dagli oceani e dagli ecosistemi costieri. Le alghe marine, le mangrovie e le saline lungo le coste assorbono una grande quantità di carbonio, più velocemente di quanto possano fare gli alberi; perciò preservare questi ecosistemi è l'esempio di una soluzione naturale molto preziosa. Possiamo anche accelerare i processi naturali che aumentano le quantità di carbonio stoccate in profondità nei mari per ridurre l'acidificazione degli oceani.

I progetti legati agli oceani sono utili perché affrontano molteplici questioni: il problema del carbonio, la salute degli oceani e la biodiversità.

Il mare è il maggiore serbatoio di carbonio al mondo

Notizie sull'azienda

Planetary Hydrogen

L'idrogeno è l'elemento più abbondante nel nostro universo — il che è una buona notizia, perché ha un alto potenziale come combustibile verde. Offre 2-3 volte più energia di altri combustibili comuni ed emette solo vapore acqueo quando viene convertito in energia. Il problema è che, al momento, il 96% dell'idrogeno globale è prodotto utilizzando combustibili fossili, e creare idrogeno pulito è davvero costoso.

Qui entra in campo Planetary Hydrogen con la sua tecnologia brevettata. Alimentata da energia rinnovabile, l'azienda produce idrogeno con la classica elettrolisi dell'acqua, cioè usando l'elettricità per suddividere l'acqua in idrogeno e ossigeno.

L'elemento innovativo di Planetary Hydrogen è l'aggiunta di un sale minerale al processo di elettrolisi, che crea un sottoprodotto chiamato idrossido minerale. Questo si lega spontaneamente con l'anidride carbonica, formando un bicarbonato simile al bicarbonato di sodio. Quando tale bicarbonato viene aggiunto all'acqua marina agisce come antiacido, aiutando a contrastare l'acidificazione degli oceani. L'intero processo consuma e trattiene fino a 40 chilogrammi di CO₂ per ogni chilogrammo di idrogeno prodotto.

L'idea è combinare questo idrogeno verde con i biocombustibili per creare carburanti che rimuovano il carbonio, compatibili con i veicoli esistenti. Con il lancio di un impianto pilota ad Halifax il prossimo anno, l'azienda testerà l'aspetto economico della sua tecnologia. L'acquisto da parte di Shopify dei crediti di carbonio catturati con questo progetto pilota finanzierà ulteriori ricerche, e aiuterà l'azienda a crescere fino ad avere un primo impianto pienamente operativo.

“Immettiamo la CO₂ nel più grande serbatoio di carbonio al mondo. La stocchiamo nell'ambiente oceanico, e questo è un fenomeno naturale che avviene normalmente sul pianeta. Noi acceleriamo solo le cose.”

—Mike Kelland, CEO di Planetary Hydrogen

Notizie sull'azienda

Running Tide

Marty Odlin è cresciuto sulle barche d'altura vicino a Portland, nel Maine. Ha constatato in prima persona l'impatto del cambiamento climatico sul settore della pesca, così ha avviato Running Tide per favorire l'acquacoltura marina.

Running Tide si occupa di allevare ostriche: un superalimento a emissioni zero che immagazzina naturalmente il carbonio all'interno del suo guscio. Ma le ostriche sono solo l'inizio.

Il grande progetto di Marty è puntare sui mari per risolvere la crisi climatica, e ritiene che uno degli strumenti più potenti a questo scopo sia l’alga Kelp, una specie di alga marina. Running Tide la coltiva allo scopo di sequestrare il carbonio e affondarlo in profondità nell'oceano.

L’alga Kelp è un potente metodo per immagazzinare la CO₂, e cresce molto più velocemente degli alberi. Una foresta di alghe Kelp può immagazzinare una quantità di carbonio fino a 20 volte superiore rispetto a una foresta terrestre della stessa estensione.Nota a piè di pagina 3

Running Tide progetta di legare le alghe a una boa biodegradabile con un timer. Dopo 6-9 mesi, il timer fa saltare la boa inondandola d'acqua e affondandola nelle profondità dell'oceano. Secondo i calcoli di Marty, le alghe Kelp a 1000 metri di profondità sarebbero in grado di immagazzinare la CO₂ per almeno 1000 anni.

Il suo ambizioso piano prevede un rapido ampliamento del progetto, per far crescere le alghe e immagazzinare la CO₂ nella maggiore quantità possibile. L'idea è quella di catturare un miliardo di tonnellate di CO₂ per il 2025. Quest'anno testerà la sua tecnologia con un progetto pilota, e ha in programma una verifica per la metà del 2021. Grazie all'investimento di Shopify, Running Tide è in grado di rilevare e monitorare i dati di ricerca relativi all'oceano, per valutare il successo di questo approccio innovativo. Finanzieremo anche le future installazioni quando i tempi saranno maturi per espandere il progetto.

“Tutte le azioni per ridurre il carbonio sono importanti, ma alcuni di noi devono cercare di “uccidere il mostro”. Ognuno di noi ha il dovere di contribuire a rallentare le emissioni di carbonio, ma dovremmo scegliere 15–20 tecnologie potenzialmente idonee ad arrestare il fenomeno. È questo ciò che stiamo tentando di costruire”.

—Marty Odlin, founder di Running Tide